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Saturday, August 09, 2008

Sicilia 3






















Ancora Una Volta a Taormina

Mentre scrivo questa posta piove fortemente – anche ci sono tuono e fulmini – il tempo “buono” d’Irlanda ma non mi ricordo mai – e ho cinquanta anni – un’estate così piovoso come quest’estate. Siamo in pericolo di essere inondati ancora qui a Dublino. Mi mancano il bel tempo della Sicilia e di Taormina ed i cieli azzurri ed il sole d’Italia. Ma ci sono sempre i miei sogni!

Il secondo giorno di nostra vacanza abbiamo preso l’autobus per Taormina. Gate 2, il sito ufficiale dell’Azienda Autonoma Siggiorno e Turismo di Taormina ha una buona introduzione alla città: Mi piace questa perchè è semplice e molto comprensibile: Vedi questo link per le tre citazioni sotto: Taormina


“Peregrinando nel suo viaggio in Sicilia, Johann Wolfgang Goethe giunse nel 1787 a Taormina e rimase estasiato dall’incantevole scenario.
"A destra su due alti rupi stanno castelli, sotto si stende la città-scrisse nel suo diario - e benché queste costruzioni siano di un’epoca recente, si deve pur pensare che anche anticamente ce ne stavano sullo stesso posto. Poi si vede tutta la schiera dell’Etna, a sinistra la spiaggia fino a Catania, o magari a Siracusa; l’enorme fumante montagna di fuoco chiude l’ampia veduta, senza nulla di spaventoso; l’atmosfera si addolcisce e la fa sembrare più lontana e più mite di quanto è in realtà".

Il 6 Maggio di quell’anno il grande viaggiatore tedesco ammirò anche l’anfiteatro e riposandosi sulle gradinate superiori ammise "che mai il pubblico di un teatro ebbe avanti a sé una simile visione".
Parole scritte oltre 200 anni addietro. Oggi quasi nulla è cambiato.
Gli angoli, le atmosfere, i colori di Taormina incantano i nuovi viandanti così come incantarono Goethe.

In ogni stagione il suo fascino irresistibile cattura sia coloro che amano una vacanza tranquilla, a contatto con la natura, sia quelli che la desiderano carica di movimento, emozioni ed incontri. Inoltre i grandi appuntamenti internazionali con la cultura contribuiscono a fare di Taormina il polo di riferimento per la conoscenza di tutte le altre realtà turistiche siciliane.”


Abbiamo camminato per le belle strade della città. Anche abbiamo visitato l’Amfiteatro Greco – la mia terza volta di verderlo. Il sito ufficiale dice:

“Il Teatro Antico: E’ greco o romano? Un interrogativo che ha sempre fatto ampiamente dibattere esperti e critici. Per tagliare ogni discussione in merito, basterebbe ricordare che Taormina fu una "Polis" greca fin dalla sua origine e che ogni città del mondo greco antico aveva il suo Teatro dove si recitavano le tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide, e le commedie di Aristofane, tanto per citare gli autori più conosciuti.

Il Teatro di Taormina è, per grandezza il secondo in Sicilia dopo quello di Siracusa. E per la costruzione si calcola che siano stati necessari decine di anni. Le misure attuali sono di cinquanta metri di lunghezza, venti metri in altezza, il che comportò la rimozione di qualcosa come centomila metri cubi di pietra.

Un’altra prova che il teatro sia di origine greca è dai blocchi di pietra di Taormina (un quasi marmo) ben squadrati che si trovano sotto la scena del Teatro e che sono il classico esempio del modo di costruire dei greci antichi.”


Anche ci è piaciuto molto Il Giardino Pubblico dal quale si può vedere una vista magnifica della baia intera. Lo stesso sito anche è interessante riguardo a questo bellissimo giardino:

Il Giardino Pubblico:

La Villa comunale, intitolata al duca di Cesarò deputato all’epoca della sua costituzione del collegio di Taormina, proviene dalla donazione della famiglia Cacciola-Trevelyan, della fine degli anni ’20. All’interno, tra una folta vegetazione, tipicamente mediterranea nel districarsi di siepi ed aiuole, i viali in acciottolato collegano in senso longitudinale i quasi tre ettari di parco.

Tra le essenze pregiate, alcune rare e di eccezionale bellezza, si snoda un viale di ulivi dedicato ai caduti delle varie guerre. Caratteristiche sono le torrette arabescate stile pagoda cinese in mattoni e contornate di pomice lavica volute dalla nobildonna inglese Florence Trevelyan, convinta ornitologa, la quale in quelle torrette si dilettava a studiare gli uccelli. In alcune piazzole cimeli dei due conflitti mondiali e al limitare del naturale "Teatro di Verzura" il monumento ai caduti di tutte le guerre.”


Metto qualche foto sopra di queste cose da vedere a Taormina.

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